Lavorando per beneficenza

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Sono arrivato a Cork con l’intenzione sviluppare nuove conoscenze, migliorare le competenze che già avevo e guadagnare un po’ di esperienza in un lavoro che mi interessa.

Un’organizzazione benefica stava cercando due persone che aiutassero nella pianificazione e l’organizzazione della una giornata annuale dedicate alla raccolta fondi.  Io ed una ragazza irlandese, con una laurea in marketing abbiamo ottenuto il lavoro dopo alcuni colloqui. Un’esperienza come Event Management era esattamente quello che cercavo, oltre alla soddisfazione che deriva poi dal lavorare per un’organizzazione che si occupa di beneficenza.

L’organizzazione ha un’ufficio pricipale a Dublino ed altri uffici sparsi per l’Irlanda: a Cork si trova l’ufficio della contea delMunster. L’evento in programma puntava a migliorare, attraverso lo sport, le capacità, le abilità ed anche la vita delle persone che soffrono di ritardi mentali.

Attualmente l’evento ha più di 11.000 atleti registrati, che partecipano a 15 diverse categorie sportive e provenienti da 409 gruppi. Questi atleti sono aiutati e supportati dai loro famigliari e da una squadra di 25.000 volontari che si danno molto da fare per aiutare l’associazione in vari modi, anche durante gli eventi di raccolta fondi. Mi rattrista dover ammettere che l’evento corrispettivo a questo in Inghiltera non è nemmeno lontanamente così grande, nonostante la popolazione inglese sia 12 volte quella irlandese.

L’Irlanda è stata la prima nazione, dopo gli Stati Uniti, ad ospitare i Giochi Olimpici Speciali nel 2003. all’epoca c’erano circa 7.000 atleti da 150 nazioni, che gareggiavano in 18 differenti discipline. I giochi hanno completamente cambiato la percezione e l’attitudine della società, nei confronti dei disabili e delle loro capacità e limitazioni. Ora, a dieci anni dal primo evento irlandese, la generosità degli irlandesi continua ad aiutare le organizzazioni che si occupano di questo evento.

Il mio ruolo era di aiutare a coordinare le migliaia di volontari che avrebbero dovuto raccogliere i soldi in tutta l’isola, durante la giornata dedicate alla raccolta fondi, il 26 Aprile. Di altrettanto impegnativo, c’era anche il fatto che ho aiutato l’organizzazione a gestire altri eventi di beneficenza, come camminate, arrampicate, maratone di kayak ed altri eventi. E’ un lavoro impegnativo e, quando torno a casa alle 5.30, sono distrutto!

L’esperienza che sto acquisendo è molto importante, ma la motivazione che davvero mi spinge a lavorare viene dal fatto di sapere che ciò che stiamo facendo può aiutare dei ragazzi affetti da disabilità e dar loro la possibilità di crescere sia fisicamente che emotivamente, farsi nuovi amici e forse anche realizzare i loro sogni. Mi vergogno di ammettere che ho dovuto viaggiare fino in Irlanda per rendemi conto che noi, in Inghilterra, non facciamo abbastanza per queste persone.

-Andrew