Ecco cosa vi serve per lavorare in Irlanda

In questo periodo ci sono sempre più persone che girano per l’Europa, cercando un posto di lavoro e l’Irlanda è una delle destinazioni  che in molti scelgono. Quindi, visto che mi trovo qui, perchè non provare a darvi alcuni consigli che vi aiutino nella ricerca?!

 

PERMESSO DI LAVORO:

Non hanno bisogno di permesso coloro che sono cittadini di una delle nazioni dello Spazio Economico Europeo (SEE) –ovvero le nazioni dell’Unione Europea più Norvegia, Islanda e Liechtenstein – oppure di nazionalità svizzera. Se non fai parte della categoria ed hai bisogno del permesso, chiedi informazioni più dettagliate su come farne richiesta alla City Hall del paese irlandese di tua scelta, oppure cerca qui:

http://www.enterprise.gov.ie/

 

NUMERO PPS:

Per lavorare in irlanda, avrete bisogno di un numero PPS (Personal Public Service). Questo numero serve sia per lavorare che per usufruire di qualsiasi servizio pubblico (ufficio delle tasse, certificati, richieste al Department of Social and Family Affairs, etc…). E’ consigliabile fare richiesta il prima possibile perchè, anche se non è illegale lavorare senza, finchè non avrete il numero PPS vi verrà imposta la tassazione massima.

Potete richiedere il numero PPS nel Social Welfare Office della città in cui vi trovate. Per fare richiesta c’è bisogno di un passaporto o della carta d’identità oppure della Immigration Card (nel caso tu non faccia parte di una delle nazioni sopra citate) e della prova che risiedete in Irlanda. Potete trovare tutte le informazioni che vi servono qui:

http://www.welfare.ie/

Indirizzo del Social Welfar Office di Cork: Hanover Quay, Cork
Telefono: 021 4806800
Orari d’apertura al pubblico: da lunedì a mercoledì e venerdì 9:30 – 12:00, giovedì 10:30 – 12:00

 

CURRICULUM VITAE:

Se stai cercando lavoro in una nazione europea, il modo migliore per organizzare il tuo curriculum è usare il modello europass. E’ il modello più conosciuto e preferito, all’estero: fa una buona impressione ed è veramente facile da compilare.

Puoi trovare il modello qui:

http://europass.cedefop.europa.eu/it/documents/curriculum-vitae

Sciopero degli autobus a Cork: l’altra opinione

bus-eireann-nbru-strike-390x285

Tutti coloro che si trovano a Cork in questi giorni probabilmente si sono chiesti come mai domenica e lunedì gli autobus non siano passati, causando un sacco di problemi ai cittadini. E tutti sapranno, ormai, che i lavoratori della Bus Eireann avevano indetto uno sciopero di 48 ore durante quei giorni. Ovviamente questo sciopero ha creato un sacco di problemi: molte persone non hanno potuto muoversi durante il weekend ma, sopratutto, non sono riuscite ad arrivare a lavoro in tempo il lunedì! In una città come Cork, in cui vivono e lavorano un sacco di stranieri, muoversi senza autobus è un vero problema per molti.

Ma se tutti possono vedere le conseguenze di questo sciopero, al tempo stesso non molti sono interessati ai motivi che ci stanno sotto. Io sono italiana e sono abituata agli scioperi! In Italia, Trenitalia ne fa uno almeno ogni mese o due. E la maggior parte delle volte non si sa nemmeno il perchè! Semplicemente arrivi in stazione, con tutti i tuoi libri dell’università oppure vestito per andare a lavoro e…non arriva nessun treno. E devi essere davvero molto fortunato per scoprire la cosa per tempo, in modo da organizzare un’alternativa, poichè la maggior parte delle volte non avvisano nemmeno!

Quindi ero impressionata quando ho scoperto che, giusto o sbagliato che sia (sinceramente non conosco la politica irlandese abbastanza da poter giudicare), loro una ragione per protestare ce l’avevano ed hanno anche ottenuto una reazione da parte del governo, attraverso lo sciopero.

Ecco i fatti: Bus Eireann negli ultimi cinque anni ha perso all’incirca 27 milioni di euro ed il governo ha imposto alla compagnia di effettuare dei tagli. Hanno bisogno di risparmiare circa 5 milioni di euro quest’anno, o rischieranno la bancarotta e 2500 persone potrebbero perdere il lavoro. La Labour Court ha raccomandato alcuni provvedimenti: un taglio del 20% nei salari, la riduzione degli straordinari, orari di lavoro più lunghi e la riduzione dei salari per i turni notturni e festivi. La NBRU (National Bus and Rail Union – Unione Nazionale Bus e Ferrovie) che rappresenta 1100 lavoratori sui 2500 totali, ha deciso che questi tagli sono eccessivi ed ha organizzato lo sciopero.

Ma non è stato uno sciopero all’italiana, giusto per il gusto di avere una giornata libera e fare altro (ditemi chi di voi ha mai visto i lavoratori di Trenitalia protestare attivamente durante uno dei tanti scioperi…forse giusto un paio, ogni tanto). E’ stato uno sciopero organizzato per attirare l’attenzione su un problema ed aprire un dialogo costruttivo.

Magari noi italiani potremmo imparare qualcosa da questo…

Anche se io personalmente ne dubito. Ma magari la prossima volta che un qualche studente delle superiori mi verrà a dire (e a voi italiani non devo assicurare la veridicità della cosa…sarà capitato pure a voi, alle superiori, di far sciopero per qualche motivo idiota!) che stanno facendo sciopero perchè c’è la carta igenica rosa nel bagno dei maschi, potrei anche  cercare di spiegare loro che esiste un posto al mondo in cui la gente sciopera per una VERA ragione. E sopratutto, che qualcuno li ascolta quando lo fanno!

-Anna

Sciopero degli autobus a Cork: un’opinione

12052013-bus-eireann-strike-pictured-a-near-em-4-390x285

In quanto cittadino, so che molti di noi usano i trasporti pubblici per muoversi, per arrivare a lavoro o all’università. Le persone hanno fiducia nei trasporti pubblici ed a volte capita che non abbiano alternative. Nel caso di studenti universitari o di ragazzi, non potersi muovere in autobus è un bel problema.

E’ un nuovo giorno della nostra avventura a Cork quando alcuni amici ci avvisano della novità di cui sono venuti a conoscenza: c’è uno sciopero degli autobus in città. All’inizio abbiamo pensato fosse impossibile, perchè avevamo visto alcuni autobus girare normalmente, ma poi abbiamo letto il giornale e ci siamo resi conto che era vero. Sembra che, come in molte altre nazioni, la crisi ed i tagli imposti abbiano portato i lavoratori della Bus Eireann ad indire uno sciopero il 12 ed il 13 Maggio. Lo sciopero è costato alla compagnia all’incirca 200.000 euro al giorno ed è stato deciso anche a causa di un piano di risparmio di 5 milioni di euro.

Ma la cosa più importante non è tanto il numero di persone che hanno partecipato allo sciopero o i soldi persi, quanto le persone che hanno dovuto subirne le conseguenze. Durante questi giorni Cork era diversa rispetto al solito: c’era meno movimento per le strade ed un sacco di persone non sono potute andare a lavoro, ma nemmeno nelle città vicine, all’aeroporto a prendere voli importanti oppure all’ospedale per un appuntamento con il medico.

Personalmente posso dire che i miei amici sono dovuti rimanere a casa perchè le aziende in cui lavorano si trovano distanti rispetto a casa ed alcune amiche che lavorano come ragazze alla pari a Carrigaline (un paese fuori Cork) hanno dovuto chiamare le famiglie perchè le venissero a prendere, cosa abbastanza scomoda per tutti.

Fortunatamente dopo due giorni tutto è tornato normale, le persone sono potute tornare a scuola o a lavoro, come sempre. Kevin Foley, direttore del “Servizio Mediazione” a LRC, ha aiutato a trovare un accordo per far ripartire gli autobus. E questo è ottimo, perchè a Cork abbiamo un servizio di trasporto pubblico fantastico, specialmente gli autobus, che rendono le nostre vite più semplici e non sono nemmeno troppo costosi!

Credo sinceramente che dovremmo goderci di più la città in autobus. E’ un mezzo di trasporto pulito, veloce e si possono scoprire nuovi aspetti della città.

-Cesar

Fame d’avventura

La prima cosa in assoluto che mi ha sconvolto, il giorno che sono arrivato a Cork, è quanto diversa sia dall’Inghilterra. Era una giornata tiepida, anche se aveva piovuto prima che arrivassimo ed ho subito notato che i mattoni usati per gli edifici erano resi più scuri dalla pioggia, rispetto al loro colore natural. Ricordo che mi è sembrato strano che i loro mattoni assorbissero la pioggia!

Nei miei primi minuti in Irlanda, passando attraverso le strade in taxy, mi sono guardato attorno e non riuscivo a vedere nessuna persona commune…non fraintendete, ce ne sono molte, ma quando arrive in un nuovo posto, la tua mente tende a filtrare le informazioni e cancella in automatico la normalità. Così tutto quello che riuscivo a vedere erano questi vecchi ma arzilli irlandesi che giravano per le vie, appoggiati a lampioni che erano più giovani di loro, come se fossero appena saltati fuori da un poema di James Joyce.

Quindi sono arrivato alla mia nuova casa: confortevole, luminosa, pulita ed ho sentito l’eccitazione crescere. Mi ci vedevo proprio a vivere lì dentro! Ho guardato fuori dalla finestra della sala da pranzo, che da sulla città visto che la casa si trova su una collina, ed ho potuto vedere i colori di Cork: chiese grige, immente e bellissime, torri ed edifici di tutti gli stili e  forme che non credo di aver mai visto prima. Tutte queste differenze con l’Inghilterra mi hanno genuinamente sorpreso. Ho camminato in giro per la nuova casa, tutta lucida e pulita, a bocca aperta! Ho appoggiato le mie cose nella camera che mi era stata assegnata, come a rivendicarne la proprietà…un po’ come si fa quando entri in una camera d’hotel o quando scopri un nuovo continente: pianti nel suolo la tua bandiera!

Una volta che tutte le mie cose erano ben sistemate in quella che ora iniziava ad assomigliare già di più alla mia camera, è venuto a darmi il benvenuto Paul: un irlandese entusiasta e sveglio. Paul lavora per Partnership Europe a Cork ed ha accompagnato me e Lauren (con cui divide la casa) giù dalla collina, per delle stradine lastricate di pietre e piene di buche. Abbiamo sorpassato dei piccoli ed accoglienti cottage, che sembravano abbastanza vecchi, con il fumo che si alzava piano dal camino. I cottage erano allineati ordinatamente lungo la strada ed assomigliavano a quelli dei quadri di L.S. Lowry, vecchi ma affascinanti con i loro dettagli irlandesi. Nel tempo che abbiamo impiegato per arrivare dalla nostra nuova casa alla città, che poi sono solo 10 minuti, aveva iniziato a farsi buio quindi ad ogni angolo c’era una sorpresa: un edificio che non avevo visto, un viso sconosciuto che trasmetteva emozioni…era tutto così sconvolgente, non sapevo cosa aspettarmi.

Quando siamo arrivati in centro, ci siamo resi conto che era della misura giusta: non troppo grande da sembrare impossibile girarlo senza perdersi ma nemmeno troppo piccolo da sembrare noioso alla sola vista. Sembrava avesse abbastanza posti interessanti da permettemri di divertirmi per un bel po’ di tempo. Le strade erano illuminate in modo soffuso, c’era un bel vento non troppo pungente e c’era molta calma, cosa che purtroppo spesso manca in molte città. Nonostante la calma, la città sembrava vibrante, come in attesa di qualcosa che sarebbe accaduto a breve. Siamo passati davanti a negozi e negozietti, compreso uno di specialità polacche, con i proprietari fuori, appoggiati allo stipite della porta, a fumare una sigaretta. Giovani coppie e studenti tornavano a casa dopo uno shopping dell’ultima ora, chiacchierando e ridendo per la strada…quando vedi una città per la prima volta, noti sempre l’ottimismo, le persone che sorridono, noti come sono vestite…insomma noti davvero le persone che la abitano. Sarebbe bello poter vedere ogni giorno una città come se fosse la prima volta!

Paul ci ha mostrato vari pub, ognuno dei quali simile ma diverso a modo suo, ristoranti stravaganti e più posti ci mostrava, più ero eccitato. Ci ha dato una mappa e ci ha spiegato dove andare, nel caso ci fossimo persi…cosa molto probabile, visto che avevo prestato poca attenzione alla strada poichè ogni cosa era nuova e mi distraeva. Sentivo un’urgenza e una fame di novità, di esplorare la città, di bere e di fare amicizia con dei perfetti sconosciuti! Ecco come è stato il mio primo giorno, tutto avvolto da una nebbia di fascino e curiosità, desiderando conoscere Cork, le persone, sapere cosa fanno e cosa pensano. Quindi siamo stati lasciati soli e abbiamo deciso che del cibo, seguito da una buona quantitàdi alcool era il modo giusto per inziare!

Alla fin fine abbiamo fatto molto poco il primo giorno, tutto era già organizzato. Però desideravamo disperatamente rimanere fuori, nel bel mezzo di tutto questo. Eravamo affamati. Avevamo fame di cibo, fame di bere (non eravamo assetati, eravamo affamati!), insomma fame d’avventura.

-Jonathan

Posti Interessanti II: Fota Wildlife Park

Activity_Camp_290_193

Se vi piacciono gli animali, la natura e le giornate all’aria aperta (anche se qui in Irlanda spesso potrebbe essere nuvoloso) il Fota Wildlife Park è la scelta perfetta. Anche perchè probabilmente questo è qualcosa che non avete mai visto!

Il Fota infatti è uno spendido parco in cui animali esotici e selvaggi vivono liberi. E quando dico liberi, intendo veramente liberi e fuori dalle gabbie! In ogni caso non ci sono pericoli, tutto viene tenuto sotto controllo dal team che lavora al parco.

C’è una grande varietà di animali, incluse alcune specie molto belle e molto conosciute, ad esempio i canguri che si sdraiano nel bel mezzo della strada, lemuri, scimmie ovunque, cigni bianchi e neri, aquile, foche, fenicotteri di un bel rosa acceso… E’ davvero bello vedere giraffe e zebre come se fossero nel bel mezzo della savana, per non parlare dei ghepardi!

Si possono vedere tutti gli animali, passare del tempo con loro, fare fotografie e poi andare a mangiare qualcosa nelle aree speciali o nei bar. Ci sono anche degli spettacoli durante il giorno, in cui gli animali svolgono un ruolo molto importante. Ad esempio durante uno degli spettacoli  i ghepardi, che tutti sanno essere degli animali molto veloci, ci fanno vedere quanto corrono per prendere un pezzo di carne! Altri spettacoli invece riguardano le aquile oppure i pinguini.

In ogni caso, il Fota Park non è interessante solamente per via degli animali. Si possono ammirare diverti tipi di piante ed alberi lungo la strada, visitare i vari negozi di souvenir oppure mangiare un gelato mentre si fa una passeggiata per il parco. E per chi non vuole camminare troppo, c’è uno trenino che fa tutto il giro del parco in modo da vedere comunque tutto, ma comodamente seduti.

Raccomando fortemente a tutti di visitare il Fota, dato che si può passare una bella giornata in un posto del tutto unico e tornare a casa velocemente in treno. Inoltre il treno si ferma esattamente di fronte all’entrata principale del parco. E ricordatevi che ci sono prezzi speciali per gli studenti. Get wild!

-Cesar

Potete trovare qui tutte le informazioni sul parco:

http://www.fotawildlife.ie/

Posti Interessanti I: Blarney Castle

Blarney-Castle-grounds1

Questo castello medioevale si trova a Blarney, un piccolo villaggio a 15 minuti dalla città di Cork. Il castello è nel mezzo di uno splendido parco, pieno di bei luoghi tipo:  Druid’s Circle, Witch’s Cave e Wishing Steps.

Blarney Castle venne costruito all’inizio del XIII secolo e ricostruito nel 1446 da Dermont McCarthy, il Re del Munster. Attualmente il castello è parzialmente distrutto ma si possono visitare la torre, alcune stanze come la cucina, la stanza del prete ed il salotto. All’ultimo piano del castello si trova la Stone of Eloquence. I turisti che visitano Blarney Castle, di solito finiscono per sdraiarsi sul camminamento per baciare la pietra, che si dice fornisca il dono dell’eloquenza.

Come stavo dicendo, il castello si trova nel mezzo di un grande parco. Una foresta circonda il castello ed è splendido camminare attorno al grande lago, pieno di cigni e di uccelli. Ci sono anche alcuni splendidi giardini, esplorando i quali ci si sente quasi in una favola. In uno di questi giardini ci sono un sacco di Druid Stones e alcune rovine che rendono l’idea di un posto magico e leggendario (Druid’s Circle). Oltre a questo si possono ammirare delle pietre che ricordano la forma di una strega ed una cascata, che crea quasi un antro (Witch’s Cave). Se si prosegue nella camminata, si trova un altro luogo molto caratteristico e divertente, chiamato Wishing Steps. Praticamente una volt ache ci si trova di fronte a questi gradini, bisogna chiudere gli occhi e scendere i gradini esprimendo un desiderio. Se si riesce giungere alla fine della scala senza aver aperto gli occhi, il desiderio espresso si avvererà! Vero o no, è una cosa divertente da fare, sopratutto per i bambini!

Vicino al castello, inoltre, c’è un cottage grande e molto lussuoso, di proprietà di Sir Charles St John Colthurst che viene aperto al pubblico solamente in estate. E’ una casa molto bella e perfettamente conservata, anch’essa con dei giardini curati che, durante il resto dell’anno, si possono intravedere solamente.

In conclusione, visitare Blarney Castle è una perfetta opportunità per trovarsi a contatto con la storia e la natura, respirare l’aria fresca e divertirsi con le leggende irlandesi.

E’ davvero facile arrivarci in autobus e ci si mette giusto 15 minuti. Quindi, divertitevi!

-Cèsar.

Potete trovare tutte le informazioni sul Blarney Castle in questo sito:

http://www.blarneycastle.ie/

E se invece cercate un tour che tocchi anche Blarney Castle, ma anche alter mete, guardate questo sito:

http://www.happytoursireland.com/

Per una serata all’insegna dell’Irlanda…

Ecco una lista di qualche film che potreste vedere prima di venire in Irlanda…o anche dopo, perchè no?

1- Darby O’Gill e il Re dei Folletti (1959, Robert Stevenson per Walt Disney)

darby1

Ambientato nell’Irlanda del XIX secolo, Darby O’Gill è il vecchio custode di una villa signorile che passa le giornate al pub a bere e a raccontare leggende e la notte a dare la caccia ai folletti che vivono nella vicina collina. Anche se il film è vecchio e gli effetti speciali sono terrificanti, è divertente ascoltare i racconti del vecchio e vedere come le leggende influenzassero la vita di tutti i giorni!

Con un giovanissimo Sean Connery (varebbe la pena vederlo anche solo per la sua presenza!).

2- Svegliati Ned! (1998, Kirk Jones)

MSDWANE EC001

In un paesino irlandese, due amici scoprono che un loro compaesano ha vinto la lotteria. Così decidono ci cercare un modo per convincerlo a dividere la vincita con loro. Peccato che Ned, il vincitore, sia morto per l’emozione! La somma è così consistente che i due decidono di coinvolgere l’intero villaggio per farsi aiutare ad ingannare il notaio ed intascare la vincita da dividere poi in parti uguali.

3- Bloody Sunday (2002, Paul Greengrass)

Bloody2

Racconta la domenica del 30 Gennaio 1972, giorno in cui 10.000 cittadini irlandesi decidono di sfidare il divieto inglese e manifestare per i loro diritti. 3.000 soldati circordano e “controllano” il corteo. La giornata termina con ben 27 morti civili: 14 accidentali e 13 uccisi da colpi d’arma da fuoco, tutti ragazzi attorno ai vent’anni. Da quell momento l’IRA (Irish Republican Army, che sosteneva l’indipendenza dell’Irlanda dall’Inghilterra) guadagnò credibilità ed appoggi.

4- Il vento che accarezza l’erba (2006, Ken Loach)

il-vento-che-accarezza-lerba-medium

L’armistizio del 1921, con il ritiro delle truppe inglesi, ma senza la totale indipendenza dell’Irlanda, fu un momento di tensione tra quegli irlandesi che ci accontentavano di questo compromesso come un momento di transizione necessario e coloro che volevano proseguire la lotta fino alla completa indipendenza dell’Irlanda, essendoci arrivati così vicini. Due fratelli, Damien e Teddy O’ Donovan, che fino all’armistizio avevano combattuto assieme, ora vivono appieno questa spaccatura.

5- Una proposta per dire sì (2010, Anand Tucker)

Leap Year

Secondo un’antica tradizione irlandese, il 29 Febbraio ovvero ogni 4 anni, è lecito alle donne prendere l’iniziativa e chiedere ai propri uomini di sposarle. Quindi Anna, un’americana determinata a convolare a nozze dopo 4 anni di fidanzamento, decide di raggiungere il fidanzato a Dublino. Peccato che l’aereo debba atterrare dall’altra parte dell’Irlanda e qui, Anna, conosca un burbero ma affascinante irlandese che la accompagna nel suo viaggio verso Dublino e le fa conoscere la vera Irlanda, meravigliosa quanto piovosa!

PS: ho deciso di elencare i film seguendo un ordine cronologico e non di preferenza personale, poichè sono generi così differenti che non riuscirei a scegliere!

-Anna

Destinazione: “Irlanda”

Eccomi lì, nella lista di coloro che erano stati presi per il viaggio in Irlanda. Fin dall’inizio mi sono sentito nervosa, insicuro: non sapevo cosa fare, se accettare o no. Ma alla fine ho deciso e un mese dopo ero in viaggio per Cork.

Appena sbarcato, mi sono reso conto che questo posto era davvero speciale. Era diverso da qualsiasi altro posto e si percepiva che la magia di tutte le sue leggende, era nell’aria. Tutto era verde e, anche se faceva molto freddo e pioveva, ero eccitato e felice.

Non potevo crederci: per la prima volta ero kilometri e kilometri lontano da casa.

I primi giorni tutto era strano. Non capivamo quasi nulla (anche se il mio inglese è molto migliorato durante le settimane successive), non sapevamo cosa comprare visto che il cibo era molto diverso da quello a cui eravamo abituati e le strade della città assomigliavano ad un labirinto. Ma, poco per volta, tutto iniziò a diventare familiare e, alla fine, ho iniziato ad apprezzare ogni edificio ed ogni strada di Cork e a capire le persone ed addirittura il tempo! (E io vengo dall’Andalusia, dove c’è il sole tutto l’anno!) Cork è molto bella, comoda e divertente. E’ facile muoversi attraverso il centro e ci sono un sacco di pub e negozi in cui andare. Anche l’università è impressionante!

Dopo alcuni giorni a Cork, abbiamo deciso di esplorare un po’ la contea: ci sentivamo sicuri di noi ed eravamo curiosi di conoscere nuovi posti. Abbiamo deciso di iniziare da alcune cittadine vicine: prima Cobh (una piccola cittadina sul mare, dove il famoso Titanic si è fermato per l’ultima volta), Blarney Castle (uno splendido parco natural) e il Black Rock Castle (incluso l’osservatorio spaziale). Poi siamo andati a Galway (bellissima città), nel Connemara (un’area natural in cui si possono vedere un sacco di pecore lungo la strada) e, ovviamente, le scogliere di Moher (uno scenario mozzafiato, dove farete le migliori foto di sempre). Tutti questi posti sono bellissimi, le città e la natura traspirano magia da ogni angolo!

Siamo anche andati a Dublino ed è stato incredibile! A Dublino ci si può godere sia il giorno e la notte: è una città piena di angoli da scoprire, cose da visitare, negozi e la famosa zona del Temple Bar, piena di pub, ristoranti e gente.

Dopo tre mesi, posso dire che l’esperienza qui è stata incredibile, divertente e decisamente positiva. Le persone qui sono state molto gentili con me, la natura ti da un sacco di energia e le leggende ed i miti danno all’Irlanda un qualcosa di magico.

Vi raccomando fortemente di venire e ricordatevi…trovate il vostro leprecauno alla fine dell’arcobaleno!

-Cesar

A lezione di Gaelico

Ogam_Stones

“Pietre con incisioni in alfabeto ogamico”
 

La cultura irlandese, così come ogni cosa che riguardava l’Irlanda mi hanno incuriosita fin da ragazzina e così, arrivata a Cork, tra una battuta e l’altra, ho chiesto ad un amico irlandese di insegnarmi qualcosina. Birre in cambio di Gaelico…e siamo felici tutti e due!

Prima di tutto immagino di dover spiegare cosa sia il Gaelico.

Il Gaelico (o Gaeilge) è una lingua celtica e ha tre varianti: quello irlandese, quello scozzese ed il mannese, ovvero parlato sull’isola di Man. Non si conosce il periodo preciso in cui è giunto in Irlanda, tuttavia si sa che era già parlato nel IV secolo, periodo a cui risalgono le prime iscrizioni in alfabeto ogamico.

E questa è la spiegazione più seriosa.

Ma se lo chiedete a me, cos’è il Gaelico…vi rispondo che è poesia!

Come altro si può definire, una lingua che usa frasi come questa: “Ta áthas orm” ovvero “La felicità è su di me”? Non è un semplice e banale “Sono felice”.

Probabilmente non imparerò mai molto altro, a parte poche frasi…ma volete mettere la soddisfazione di aver imparato a conoscere almeno in parte questa lingua affascinante, la stessa che probabilmente parlavano i celti e cantavano i bardi?

-Anna

Impressioni sul mio stage a Cork

Per un momento, prima di suonare il campanello, mi sono fermata: mille domande mi giravano in testa. Chi ci sarà dietro quella porta? Riuscirò a capire quello che dicono? Come sarà il mio futuro lavoro? Quali saranno i miei compiti?

Ancora pensierosa, alla fine mi sono decisa, ho suonato ed aperto lentamente la porta. Ho fatto le scale, gradino per gradino come se ognuno di essi fosse una sfida contro me stessa. Improvvisamente sento qualcuno che saltella giù per le scale: la donna che mi si avvicina ha un sorriso gentile e dei lunghi capelli rossi. “Non riuscivo ad aspettare di sopra! Benvenuta nel gruppo!” Dopo aver sentito quelle parole, il mio cuore ha smesso di battere all’impazzata, il mio corpo si e’ rilassato e ho semplicemente capito che sarei stata bene.

La compagnia per cui lavoro organizza stage per ragazzi provenienti da tutta Europa ed i miei colleghi mi hanno insegnato con pazienza tutti i miei compiti. Ho imparato in fretta che ad espressioni come “se hai la possibilità…” o “potresti dover fare…” in realtà non puoi rispondere “mi spiace, non avevo il tempo”. Semplicemente, gli irlandesi sono davvero educati e cercano sempre di metter giù le cose in un modo carino. Un amico mi ha raccontato che una volta il suo capo gli ha chiesto se voleva andare a casa per pranzo. Lui, che è un gran lavoratore, gli ha risposto che non era un problema e che poteva mangiare finchè lavorava. Il capo a quel punto ha esitato un attimo, a disagio, dicendo poi alla fine “Senti, devi andartene perchè ho un meeting qui in ufficio, in quell’orario.”

Un po’ per volta ho imparato come vanno le cose nel mondo del lavoro irlandese e come comportarmi. Ho imparato che “Come va?”, in realtà non è che un altro modo per dire “ciao” e che quasi sempre le conversazioni iniziano con un comment sul tempo. Ho imparato anche – e questo è abbastanza fastidioso per una ragazza tedesca come me – che è normale chiamare i responsabili con il proprio nome di battesimo e non per cognome…anche quelli che non conosci!

Insomma, per farla breve, mi son resa conto che lavorare all’estero non è semplicemente imparare nuovi compiti e migliorare una lingua straniera. Significa anche imparare un nuovo modo di lavorare, un modo diverso di collaborare con le persone e con i problemi che si incontrano. Ed alcune volte la cosa può essere sconcertante, altre volte invece ti può strappare un sorriso. In ogni caso, mi sono resa conto che le mie abitudini (che possono rivelarsi molto tedesche a volte 😉 )  sono semplicemente un’interessante differenza culturale. In ogni caso questa esperienza mi ha ispirato parecchio!

Sono passati tre mesi da quando ho aperto per la prima volta la porta dell’ufficio, nervosa e preoccupata. Ho iniziato con compiti semplici e, un po’ per volta, mi sono stati affidati compiti sempre più complessi e nuove responsabilità. Ogni nuovo compito porta con sè una piccola nuova sfida, ma devo dire che i colleghi irlandesi sono sempre pronti ad aiutarmi e motivarmi. Mi hanno anche insegnato che raramente il telefono morde! E, per dirla all’irlandese, “this is good craic!”

-Christin