La prima cosa in assoluto che mi ha sconvolto, il giorno che sono arrivato a Cork, è quanto diversa sia dall’Inghilterra. Era una giornata tiepida, anche se aveva piovuto prima che arrivassimo ed ho subito notato che i mattoni usati per gli edifici erano resi più scuri dalla pioggia, rispetto al loro colore natural. Ricordo che mi è sembrato strano che i loro mattoni assorbissero la pioggia!
Nei miei primi minuti in Irlanda, passando attraverso le strade in taxy, mi sono guardato attorno e non riuscivo a vedere nessuna persona commune…non fraintendete, ce ne sono molte, ma quando arrive in un nuovo posto, la tua mente tende a filtrare le informazioni e cancella in automatico la normalità. Così tutto quello che riuscivo a vedere erano questi vecchi ma arzilli irlandesi che giravano per le vie, appoggiati a lampioni che erano più giovani di loro, come se fossero appena saltati fuori da un poema di James Joyce.
Quindi sono arrivato alla mia nuova casa: confortevole, luminosa, pulita ed ho sentito l’eccitazione crescere. Mi ci vedevo proprio a vivere lì dentro! Ho guardato fuori dalla finestra della sala da pranzo, che da sulla città visto che la casa si trova su una collina, ed ho potuto vedere i colori di Cork: chiese grige, immente e bellissime, torri ed edifici di tutti gli stili e forme che non credo di aver mai visto prima. Tutte queste differenze con l’Inghilterra mi hanno genuinamente sorpreso. Ho camminato in giro per la nuova casa, tutta lucida e pulita, a bocca aperta! Ho appoggiato le mie cose nella camera che mi era stata assegnata, come a rivendicarne la proprietà…un po’ come si fa quando entri in una camera d’hotel o quando scopri un nuovo continente: pianti nel suolo la tua bandiera!
Una volta che tutte le mie cose erano ben sistemate in quella che ora iniziava ad assomigliare già di più alla mia camera, è venuto a darmi il benvenuto Paul: un irlandese entusiasta e sveglio. Paul lavora per Partnership Europe a Cork ed ha accompagnato me e Lauren (con cui divide la casa) giù dalla collina, per delle stradine lastricate di pietre e piene di buche. Abbiamo sorpassato dei piccoli ed accoglienti cottage, che sembravano abbastanza vecchi, con il fumo che si alzava piano dal camino. I cottage erano allineati ordinatamente lungo la strada ed assomigliavano a quelli dei quadri di L.S. Lowry, vecchi ma affascinanti con i loro dettagli irlandesi. Nel tempo che abbiamo impiegato per arrivare dalla nostra nuova casa alla città, che poi sono solo 10 minuti, aveva iniziato a farsi buio quindi ad ogni angolo c’era una sorpresa: un edificio che non avevo visto, un viso sconosciuto che trasmetteva emozioni…era tutto così sconvolgente, non sapevo cosa aspettarmi.
Quando siamo arrivati in centro, ci siamo resi conto che era della misura giusta: non troppo grande da sembrare impossibile girarlo senza perdersi ma nemmeno troppo piccolo da sembrare noioso alla sola vista. Sembrava avesse abbastanza posti interessanti da permettemri di divertirmi per un bel po’ di tempo. Le strade erano illuminate in modo soffuso, c’era un bel vento non troppo pungente e c’era molta calma, cosa che purtroppo spesso manca in molte città. Nonostante la calma, la città sembrava vibrante, come in attesa di qualcosa che sarebbe accaduto a breve. Siamo passati davanti a negozi e negozietti, compreso uno di specialità polacche, con i proprietari fuori, appoggiati allo stipite della porta, a fumare una sigaretta. Giovani coppie e studenti tornavano a casa dopo uno shopping dell’ultima ora, chiacchierando e ridendo per la strada…quando vedi una città per la prima volta, noti sempre l’ottimismo, le persone che sorridono, noti come sono vestite…insomma noti davvero le persone che la abitano. Sarebbe bello poter vedere ogni giorno una città come se fosse la prima volta!
Paul ci ha mostrato vari pub, ognuno dei quali simile ma diverso a modo suo, ristoranti stravaganti e più posti ci mostrava, più ero eccitato. Ci ha dato una mappa e ci ha spiegato dove andare, nel caso ci fossimo persi…cosa molto probabile, visto che avevo prestato poca attenzione alla strada poichè ogni cosa era nuova e mi distraeva. Sentivo un’urgenza e una fame di novità, di esplorare la città, di bere e di fare amicizia con dei perfetti sconosciuti! Ecco come è stato il mio primo giorno, tutto avvolto da una nebbia di fascino e curiosità, desiderando conoscere Cork, le persone, sapere cosa fanno e cosa pensano. Quindi siamo stati lasciati soli e abbiamo deciso che del cibo, seguito da una buona quantitàdi alcool era il modo giusto per inziare!
Alla fin fine abbiamo fatto molto poco il primo giorno, tutto era già organizzato. Però desideravamo disperatamente rimanere fuori, nel bel mezzo di tutto questo. Eravamo affamati. Avevamo fame di cibo, fame di bere (non eravamo assetati, eravamo affamati!), insomma fame d’avventura.
-Jonathan